Due anni fa sono ripartita da zero, ed è stata la scelta migliore che potessi fare, perché adesso sto volando altissimo.
Potrei farla breve dicendovi che mi chiamo Concetta come mia nonna ma in arte Ketty Passa, che sono una chiacchierona che ama scrivere e che finalmente, dopo tanto tempo a lezione da Francesco Rapaccioli, in studio con Max Zanotti e in tour sui palchi di tutta Italia con il progetto Rezophonic di Mario Riso, ho trovato la mia identità di cantante.
Ma non mi piace farla breve. Nella vita ho fatto tante cose legate alla musica, ho fatto radio, ho condotto qualche programma in canali TV più o meno “importanti”, e tutt’ora lavoro come DJ/Selecter per due serate resident a Milano.
Il canto però, quella cosa che tanto mi fa sognare da quando a 5 anni sussurravo le canzoni di Cristina D’Avena da dietro la tenda dei puffi in camera mia piena di imbarazzo, ecco, quello, non l’ho mai vissuto come un vero lavoro, e così è stato fino al 2012, momento in cui ho promesso ad una persona importante che avrei iniziato a farlo come si deve. Quindi praticamente non ho avuto scelta.
Ho iniziato a chiudere più spesso gli occhi, ad immaginare realmente come mi vedessi sul palco e come volevo suonasse tutto quello che scrivevo, e così ho realizzato che nel linguaggio POP internazionale, quello che porta sul palco LA PERFORMANCE, la danza, ecco, in quello mi sentivo terribilmente a galla.
Così ho iniziato ad approfondire gli ascolti con tutta quella scena musicale che nel frattempo ha preso piede in America, quella che vive di basi super prodotte, di bassi belli pieni, e di loop vocali che incrociano i modi di cantare che vanno dal punk all’ hip-hop. Insomma, un cazzo di casino che a me piace definire URBAN.
La vera sfida è stata trovarci un linguaggio in italiano, così poco facilmente adattabile a suoni tanto pieni di ritmiche. Per i più gasati sul genere, avete presente quello che fanno artiste come M.I.A. o Roisin Murphy? O progetti come i Die Antwoord? Ecco, la missione è apparentemente impossibile tradotta in Italiano, perché inevitabilmente con il suono della nostra lingua certe cose smettono di essere “cool”. In effetti ci ho messo un sacco di tempo a trovare una quadra, ho dovuto trovare compromessi sonori, mettere qualche melodia in più del dovuto nelle basi e sperimentare vari approcci alla voce senza risultare completamente idiota o “cheap”.
Così, questo lavoro pieno di esperimenti e di sorprese ha iniziato a prendere forma. Coincide che un giorno di pochi mesi fa Tania e Giovanni di Musicraiser mi scrivono: “Come sei messa col disco?”. La mia risposta: “Ho scritto tante canzoni, ho trovato la mia identità, manca solo la bella copia”.
Pochi giorni dopo sono andata in ufficio a far sentire loro qualche anteprima, li ho visti sorridere, crederci quasi più di me. Un mese dopo ho deciso di fare della "bella copia" in studio la mia campagna di crowdfunding, con la prevendita di un disco che grazie al supporto di chi mi sosterrà, avrà vita presto.
Questa per me è una sfida vera, con le mie paure di non farcela, altissime, che si alternano alla sicurezza che da questa cosa potrebbe nascere una figata.
Ho scelto Musicraiser perché è un canale autentico e che premia la qualità; in più, data la mia versatilità artistica precedente credo sia il veicolo migliore per affermare la mia identità di cantante.
Il mio primo obiettivo è quello di trovare una base di persone che si appassionino al mio progetto, che mi diano feedback, consigli, soprattutto laddove non ci fossero compatibilità, perché un musicista senza il supporto del proprio pubblico, ha vita breve.
Ovviamente una campagna di crowdfunding ti aiuta a supportare anche molte spese, nel mio caso molti investimenti sono già stati fatti, e purtroppo facendo i conti reali, un disco come quello che io vorrei portare a casa necessita di un lavoro di produzione impegnativo e meticoloso; in più, fare uscire un disco senza abbinarci una promozione stampa, un paio di videoclip ed una distribuzione è come mettersi un vestito da sera ma non poter andare al ballo.
Quindi ho stabilito che il budget finale di questo lavoro sia 10.000 euro (buona parte dei quali già spesi), dopotutto ho pensato “se mi metto in gioco in questa esperienza, lo faccio tentando il tutto per tutto, e cercando di coprire più spese possibili”. Con questo budget potrò permettermi di dare un buon inizio alla vita di un progetto che spero duri il più possibile e mi porti a connettermi con più persone possibili. Proprio per questo durante la campagna metterò online il primo videoclip del singolo “SOGNA”, per darvi un’idea del lavoro che c’è dietro e del sound che sto cercando di sperimentare.
In tutto ciò, la parte più divertente è quella legata alle ricompense, che trovate elencate alla vostra destra, e che spero siano un giusto “grazie” pieno di amore per la fiducia che mi state regalando.
Ho pensato di unire alla musica il linguaggio dei “comics”, e di questa cosa avrete a breve dettagli, così come di inserire le vostre foto nel booklet, le vostre voci nel mio disco, di creare un packaging speciale del disco solo per chi lo acquisterà in questi due mesi, di disegnare una t-shirt speciale o di presentare solo a qualcuno di voi l’anteprima del disco, in acustico, dopo una cena e svariati ammazzacaffè.
Non ho reali parole per convincere le persone a comprare il lavoro di questi 2 anni sulla fiducia, vorrei condividere fisicamente il sudore e la determinazione che ho messo nella ricerca di quello che ho tra le mani ora, ma non si può.
Quindi, semplicemente, SENTO CHE SE SARETE CON ME, SARA’ UN SOGNO BELLISSIMO.
Grazie di cuore.
Ketty Passa
#kettypassainloop